Una ricerca indaga le rappresentazioni dei ragazzi veneti in tema di generi,
di rapporti di coppia e di violenza. Ed esplora le relazioni degli adolescenti.
In una tavola rotonda la presentazione dei risultati e alcune riflessioni.
Venezia, 21 aprile 2011 – Cosa pensano i giovani della violenza sulle donne? Quali le loro rappresentazioni del rapporto tra i generi? Quali stereotipi affondano radici già nelle giovani generazioni? Gli adolescenti sono sessisti? E ancora, compaiono atteggiamenti violenti nelle relazioni di cui loro stessi sono protagonisti? Come sono giudicati? A queste e altre domande ha cercato di dare risposta la ricerca “Violenza sulle donne. I giovani come la pensano?”, promossa dalla Commissione Regionale Pari Opportunità e condotta da CREL Veneto (Conferenza regionale sulle dinamiche economiche e del lavoro). A essere interpellato un campione di 1587 giovani veneti (788 maschi e 788 femmine), frequentanti le classi seconde e quarte di 13 scuole superiori (licei, istituti tecnici e professionali).
I risultati sono stati presentati in una tavola rotonda a Villa Cordellina, Montecchio Maggiore (Vicenza) Dopo il saluto di apertura di Ornella Galleazzo, presidente della Commissione provinciale Pari Opportunità di Vicenza, la ricerca è stata presentata da parte dei curatori Mario De Amicis, Nadia Monacelli e Tiziana Mancini, tutti del Crel Veneto; a seguire gli interventi del vicequestore di Vicenza Alessandro Campagnolo e dei dirigenti scolastici di alcuni istituti coinvolti. Ha concluso i lavori la presidente della Commissione regionale per le Pari opportunità tra uomo e donna Simonetta Tregnago.
Partendo proprio dalle informazioni raccolte attraverso la somministrazione di un questionario, l’obiettivo ultimo dell’indagine è progettare e proporre specifiche azioni di contrasto e prevenzione al fenomeno della violenza. «Approfondito e rigoroso, questo studio vuole contribuire a colmare uno spazio lasciato vuoto dalle pur moltissime ricerche sulla violenza di coppia e intrafamiliare – afferma infatti l’assessore regionale Marialuisa Coppola -, quello della violenza tra soggetti in giovane età. La Regione del Veneto guarda a questo tema con particolare attenzione proprio per la fragilità dei soggetti coinvolti e per gli innovativi profili di intervento che un tale tipo di approccio suggerisce, agevola e veicola».
«Purtroppo le statistiche continuano a segnalarci che la violenza viene nella maggior parte dei casi perpetrata nell’ambito familiare» commenta la presidente della Commissione Simonetta Tregnago. «Spesso per i poco meno di 7 milioni di donne che hanno subito una violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita, il primo episodio è a opera del partner. È questo quadro decisamente sconfortante ad aver innescato l’esigenza di contribuire alla prevenzione e al contrasto di un fenomeno così odioso, valorizzando l’importanza dell’educazione in famiglia e a scuola. Ci auguriamo che quanto emerso possa costituire uno strumento utile per le istituzioni che si occupano di educazione e formazione dei giovani».
«L’indagine è stata anche il primo tassello di un mosaico più ampio che ci auguriamo potrà trovare ulteriore completamento in altre ricerche – spiega Mario De Amicis, vicepresidente del Crel -, nel tentativo di disegnare un’immagine dei nostri giovani più veritiera rispetto a quella di frequente restituita in modo amplificato e gridato dai media. Soprattutto riguardo a tematiche così delicate e “rischiose” come quella della violenza».
Tra i primi aspetti indagati, la rappresentazione del rapporto di coppia. Secondo i ragazzi intervistati, i fattori che più contribuiscono alla sua buona riuscita sono il rispetto dell’altro, la fedeltà, la comprensione reciproca, la condivisione delle emozioni e la capacità di comunicare. Meno importanti, invece, il livello di istruzione e culturale, la condivisione delle amicizie, l’indipendenza dei partner dal punto di vista economico.
Per quanto riguarda le asimmetrie di genere, si nota come le ragazze, soprattutto nelle classi quarte, siano maggiormente orientate verso una visione paritetica dei ruoli. I ragazzi tendono a confermare un’attribuzione piuttosto tradizionale dei ruoli, a differenza delle coetanee che, invece, la rifiutano. All’impatto degli impegni familiari sulle possibilità di realizzazione professionale della donna viene data un’importanza relativamente bassa, anche da parte delle ragazze. È interessante notare, infine, come in alcuni casi emerga una netta disparità tra ciò che è considerato giusto e la percezione della sua effettiva realizzazione nella società.
Rispetto alla stereotipia di genere, essa è più accentuata tra i maschi e tra coloro che frequentano le seconde classi rispetto alle quarte. Sempre tra i maschi è maggiormente diffuso il sessismo “ostile”, mentre il livello di sessismo “benevolo” è simile nei due generi e maggiormente espresso dai più giovani.
L’elaborazione delle risposte al questionario ha fatto emergere complessivamente tre profili dei giovani veneti: i tradizionalisti (il gruppo più numeroso: 612 persone) sono in prevalenza ragazzi (76,6%) provenienti da istituti tecnici e professionali (68,8%), sono favorevoli al mantenimento delle relazioni asimmetriche che riconoscono come frequenti nella società; gli inconsapevoli (486, di cui il 56,1% è femmina e il 57.8% frequenta la quarta) hanno un atteggiamento benevolo nei pregiudizi e hanno bassissimi indici di stereotipia, percepiscono come poco frequenti i rapporti asimmetrici nella coppia ed esprimono un giudizio cauto sull’asimmetria; infine, gli egalitari (477, di cui il 77,5% femmine e provenienti dai licei), che esprimono il minor grado di sessismo, sia ostile che benevolo, ma si collocano in una posizione intermedia per ciò che riguarda gli stereotipi di genere.
Per quanto riguarda la violenza di coppia si è cercato di capire quale giudizio (moralità/immoralità) ne abbiano i ragazzi, quanto frequente la valutino nella società, quali caratteristiche stereotipe attribuiscano ai protagonisti dell’atto violento. La valutazione del comportamento violento sembra fortemente condizionata dal tipo di atto e dal sesso dell’autore e, fra i tre comportamenti proposti come “situazioni tipo” dal questionario (controllo, schiaffo, restrizione della libertà) è senz’altro lo schiaffo quello percepito come più frequentemente agito sia dagli uomini che dalle donne. Ma gli uomini lo agirebbero più delle donne, mentre gli altri due comportamenti vedrebbero protagonisti con uguale frequenza uomini e donne. C’è poi il tema del tradimento: considerato molto più grave del comportamento violento stesso (e questo della confessione),, è giudicato più severamente dalle ragazze e dai più grandi, che valutano anche più deplorevole l’atto violento rispetto ai compagni più piccoli.
Ad essere esplorate anche le relazioni amorose degli adolescenti intervistati, per comprendere come in esse sperimentino l’essere coppia e agiscano le differenze tra i generi, nonché per indagare se e in che misura contengano forme di aggressività e di violenza. Al momento dell’indagine il 15,3% del campione dice di non aver mai avuto una relazione sentimentale; 613, ossia il 38,9% (di cui il 59,3% femmine e 53,3% di quarta) ha dichiarato di avere una relazione e 721 di averla avuta in passato. Sono i maschi ad essere mediamente più soddisfatti delle femmine dei loro rapporti di coppia, ed è chiaro come il grado di soddisfazione sia legato alla qualità della relazione stessa: ovvero diminuisca in base alla frequenza con cui hanno dichiarato di essere vittime di comportamenti aggressivi, diretti o indiretti.
In merito all’esperienza personale della violenza (diretta o indiretta), secondo quanto percepito e riferito dagli studenti, è emerso che si tratta di esperienza rara seppure presente. Sono le ragazze più dei ragazzi a dichiarare di aver messo in atto comportamenti simili a quelli descritti nel questionario e, viceversa, sono i ragazzi più delle loro compagne ad ammettere di essere più spesso stati vittima di una situazione di controllo, schiaffo o restrizione della libertà e/o di avere tradito. Più nel dettaglio, il controllo è meno frequente dello schiaffo e della restrizione della libertà. La gelosia, infine, sembra costituire per i ragazzi e le ragazze movente d’eccezione, a fronte del quale anche uno schiaffo può essere perdonato.
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