L’Italia di oggi non ha preclusioni formali verso il lavoro delle donne, ma se volesse rispondere ai suggerimenti del colonnello Ghedddafi potrebbe ispirarsi ad un decreto dell’era fascista:
Regio decreto legge 28 novembre 1933, n. 1554 (GU n. 277 del 30/11/1933) norme sulle assunzioni delle donne nelle amministrazioni dello stato
Articolo unico. Le amministrazioni dello stato, comprese quelle con ordinamento autonomo, sono autorizzate a stabilire nei bandi di concorso per nomine ad impieghi, comunque denominati, nei rispettivi servizi, l’esclusione delle donne dalle assunzioni ovvero i limiti entro i quali le assunzioni di personale femminile possono aver effetto.
E, se non volesse fermarsi alle esclusioni nel settore pubblico, ma indicare anche i lavori maggiormente adatti alle donne, e magari, con l’occasione, stabilire anche un tetto massimo del 10 per cento di donne, basterebbe copiare il Regio decreto 29 giugno 1939- XVII “Norme circa l’assunzione di personale femminile negli impieghi e privati”.
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