Gheddafi

L’Italia di oggi non ha preclusioni formali verso il lavoro delle donne, ma se volesse rispondere ai suggerimenti del colonnello Ghedddafi potrebbe ispirarsi ad un decreto dell’era fascista:

Regio decreto legge 28 novembre 1933,  n. 1554 (GU n. 277 del 30/11/1933) norme sulle assunzioni delle donne nelle amministrazioni dello stato

Articolo unico. Le amministrazioni dello stato, comprese quelle con ordinamento autonomo, sono autorizzate a stabilire nei bandi di concorso per nomine ad impieghi, comunque denominati, nei rispettivi servizi, l’esclusione delle donne dalle assunzioni ovvero i limiti entro i quali le assunzioni di personale femminile possono aver effetto.

E, se non volesse fermarsi alle esclusioni nel settore pubblico,  ma indicare anche i lavori maggiormente adatti alle donne, e magari, con l’occasione,  stabilire anche un tetto massimo del 10 per cento  di donne, basterebbe copiare il  Regio decreto  29 giugno 1939- XVII “Norme circa l’assunzione di personale femminile negli impieghi e privati”.

Una replica a “Gheddafi”

  1. Sempre più basso, verso il fondo che non ha mai fine! Sono indignata con il nostro ignobile governo e con Berlusconi, con le donne (e anche gli uomini) ministri o parlamentari che tacciono, con tutti quelli che giustificano o che assistono passivamente a questo scempio. Sono ancor più indignata con le decine di ragazze a pagamento (che schifo!!!!) che si sono recate a sentire il verbo del dittatore che pontifica sulla religione islamica come fosse Dio in terra e sugli stili di vita delle donne occidentali. Che chiede poi a mò di ricatto, 5 miliardi all’Europa per fermare i clandestini..che sappiamo con i nostri soldi in quali carceri del deserto libico vengono sequestrati e con quali violazioni dei diritti umani. Che schifo! Quelle ragazze a pagamento mi sono sembrate, senza moralismi e con tutto il rispetto per le prostitute, delle puttane disposte a vendersi e a vendere la nostra immagine.

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