Dopo i referendum
La possibilità di poter incidere su temi importanti come i beni comuni, l’uguaglianza davanti alla legge, il nucleare, ha rivitalizzato donne e uomini non inseriti nei tradizionali centri decisionali della politica. Quegli uomini e donne fuori dai centri ufficiali, come le assemblee elettive, che sempre più perdono in Italia, ma anche altrove, potere e rappresentatività e, soprattutto fuori dalle occulte stanze dei bottoni che recentemente sono state in parte svelate…
Sono proprio quegli uomini e donne, maggioranza nel Paese, che, hanno a cuore le sorti della nostra democrazia e dedicano tempo ed energia in movimenti sempre più numerosi e in collegamento tra loro. Giovani e meno giovani, motivati dalle preoccupazioni per il proprio futuro o quello dei propri figli e nipoti.
Un’ondata di speranza legato allo strumento del referendum, il principale strumento di democrazia diretta previsto dalla nostra Costituzione, che nello scorso secolo ha dato voce alla maggioranza del Paese non in linea con il Parlamento o, come nel caso del tentativo di abrogare la legge sul divorzio, dimostrando che cittadine e cittadini erano per uno stato laico, libero da condizionamenti.
Sulla scia del risultato del 12 e 13 giugno è stato lanciato in questi giorni un nuovo referendum abrogativo della legge elettorale (vedi intervista al promotore Passigli in:
http://www.libertaegiustizia.it/2011/06/27/passigli-meglio-il-referendum-del-mattarellum/)
I tempi lunghi della procedura inducono a sperare che l’iniziativa abbia soprattutto il valore di aggiungere un’ulteriore forte pressione nei confronti di un Parlamento neghittoso e in particolare dei gruppi solo a parole a favore della riforma.
Conviene sicuramente appoggiare il nuovo referendum, che però lascia fuori, necessariamente, ogni ipotesi riguardante le norme di garanzia di genere. Va perciò chiesta ed ottenuta da parte dei promotori un impegno a non lasciare nell’ombra il problema, ma a farsene carico parallelamente.
Infatti, al Senato è ripreso l’esame, da tempo interrotto, delle proposte di riforma della legge elettorale al Parlamento, mentre sembra che le modifiche delle leggi per le altre assemblee elettive saranno esaminate alla Camera.
Aspettare stanca e la Rete per la Parità sono attivamente impegnate nel gruppo Noi Rete Donne, che riunisce Associazioni e singole donne, per esercitare pressione e per far conoscere quanto da tempo è stato elaborato al riguardo. Una parte notevole potrebbero svolgere i mezzi di informazione dando il giusto risalto, diversamente da quanto è accaduto in passato, a questa parte non da poco delle riforme elettorali, .
Rispondi