Sorrento 2011: suoni, odori, sapori e colori
Suoni- colori
Mi sveglio al suono delle campane, quelle vere del campanile del Duomo, che svetta nella skyline che dalla finestra appare diversa a seconda delle ore del giorno e della notte.
Segnano le ore, chiamano alla messa e, qualche volta salutano una persona che se ne va.
Il lontano chicchirichì di un gallo mi riporta a ricordi d’infanzia ed è testimone di una campagna sopravvisuta.
Al tramonto, dopo aver ammirato le nuvole tinte di rosa e l’azzurro sfumato del mare che ci unisce, piuttosto che dividerci, da Napoli, aspetto che la luce sparisca e affiorino le luci.
Qualche sera gli scoppi dei fuochi mi tirano fuori dal letto e ammiro la fantasia dei giochi di colore.
Uscendo stamani, dopo la giornata di tempesta di ieri mi appare dopo una curva verso Vico Equense uno spettacolo di una bellezza mai vista: una Sorrento dai colori accesi come quelli delle cartoline di una volta, un mare ancora impreziosito dal merletto di piccole onde bianche verso la riva, che dal color smeraldo passa all’azzurro più intenso.
Odori-sapori
Apro la porta di casa e altri odori di cucina si aggiungono a quelli che già hanno superato la veranda della cucina: melanzane fritte, ragù, pesce fritto. Mi fanno pregustare i piatti della cucina napoletana che qualcuno sta preparando per me nella rosticceria di fronte casa. Mi aspettano gnocchi, pasta al gratin, parmigiana di melanzane, gattò di patate.
La scelta sarà difficile, così come difficile resistere alla tentazione di spostarmi dopo nella vicina pasticceria e trovarmi di fronte la dilemma: babà o cannolo? O delizia al limone?
E stasera pizza o gelato da Davide?
Nel parco raccolgo un piccolo agrume, affondo nella buccia verde l’unghia e gusto l’odore di Sorrento: l’odore dei limoni, degli aranci, delle tante piante di agrumi che qui trovano il clima ideale
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