Da: isoke aikpitanyi <isoke.aikpitanyi@gmail.com>
Date: 31 maggio 2012 09:38
Oggetto: importante
Riconosciuto il risarcimento dei danni a giovani nigeriane vittime della
tratta Sequestrati i beni dei trafficanti: una grande notizia!
E’ di questi giorni una notizia di grande importanza per la lotta alla
tratta.
Con una sentenza esemplare la Corte d¹Assise d¹Appello de L¹Aquila si è
espressa a favore di diciassette donne nigeriane costrette a prostituirsi
sulla Bonifica del Tronto in condizioni di grave sfruttamento: 50.000 euro
di provvisionale immediata per ogni ragazza, la revoca della confisca dei
beni sequestrati agli imputati in favore dello stato e il sequestro
conservativo in favore delle vittime.
QUALCHE VOLTA GIUSTIZIA E¹ FATTA! Scrive Angela Ammirati in un comunicato
della associazione Bee Free, raccontando i dettagli della vicenda.
“La storia era cominciata quattro anni fa, quando la Procura della
Repubblica presso il Tribunale di Teramo trasmetteva alla sezione
Anticrimine dell’Aquila apposita delega tendente a verificare la riduzione
in schiavitù di giovani nigeriane, che, grazie al sostegno di On The Road e
di BeFree, cooperativa sociale contro la tratta, violenze e discriminazioni,
erano riuscite a vincere il terrore e a fornire elementi importanti per le
indagini sul racket dei trafficanti di esseri umani.
A conclusione del processo il GUP de l¹Aquila aveva decretato condanne per
oltre 100 anni per 19 imputati, riconoscendoli colpevoli di gravissimi reati
quali associazione per delinquere finalizzata alla tratta, riduzione in
schiavitù, immigrazione clandestina.
Ma gli avvocati delle associazioni attive nel contrasto al traffico di
esseri umani (Guido Talarico e Michela Manente per OnThe Road, Cristina
Perozzi che lavorano tra Abruzzo e Marche, e Carla Quinto di BeFree,
radicata a Roma) volevano altro: volevano che le vittime fossero
immediatamente risarcite con il danaro ed i beni sequestrati al ricco e
spietato racket.
E questa è stata la richiesta dalla quale è partito l¹appello, che si
motivava con il richiamo a disposizioni specifiche: l’art. 600 septies c.p.
(norma che esprime la clausola di salvezza ³fatti salvi i diritti della
persona offesa², introducendo una sorta di privilegio a vantaggio del
danneggiato dall’illecito, le cui pretese civilistiche si impongono su
quelle ablative dello Stato), e la direttiva UE n. 36/2011 che impone il
risarcimento alle vittime di tratta in particolare l’art. 13 impone di
³..promuovere l’uso degli strumenti e proventi sequestrati e confiscati
provenienti dai reati di cui alla presente direttiva per finanziare
l’assistenza e la protezione delle vittime, compreso il loro risarcimento.
La vittoria dei legali specializzati sul traffico di esseri umani
rappresenta un fatto importante nella lotta alla tratta e nella costruzione
di una società civile consapevole di quanto il reato sia grave e devastante
per le vittime. Esprime un valore altamente simbolico, oltre che
immediatamente monetario: riconosce come profondamente devastante il danno
che deriva alle vittime dalla condizione nella quale sono imprigionate, in
un momento in cui i governi nazionali e locali non sanno che esprimere
politiche repressive, securitarie e di ³decoro urbano² nei confronti delle
cosiddette ³prostitute².
Che sono invece, e questa sentenza lo ribadisce, vittime di un gravissimo
reato transnazionale che ne lede i diritti fondamentali.
BeFree e On The Road, costituitesi parte civile nel processo, hanno ottenuto
10.000 euro di risarcimento”.
E’ una grande vittoria per le vittime della tratta, a nome delle quali, come
Associazione, abbiamo sempre formulato la speranza che si potesse arrivare a
questo risultato, nel solco di una cultura che vede l’associazione Libera e
l’ass. Flare battersi contro le mafie e puntare sul sequestro dei beni da
queste accumulate.
Si apre una nuova stagione di lotta alla tratta: ora bisogna puntare ad
sequestro dei beni dei capi del traffico in Nigeria. In tal senso chiederemo
che siano per prime le comunità nigeriane che rappresentano i migranti in
Italia e in Europa a far propria la cultura della legalità e a fermare il
turpe mercato degli esseri umani a partire dalla Nigeria.
Isoke Aikpitanyi
ass. vittime ed ex vittime della tratta
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