Siamo al giro di boa (definitivo?) delle discussioni sulla riforma elettorale per il Parlamento che, prima della pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 1 del 2014, si basavano su dati non completi sul destino del porcellum.
A proposito delle norme antidiscriminatorie di genere, dobbiamo riscontrare che, come in tutte le precedenti occasioni, nel confronto tra i partiti e sui mass media non si tiene nel debito conto il problema del riequilibrio della rappresentanza sotto il profilo del genere, per le quali l’UDI ( anche con una proposta di legge d’iniziativa popolare ormai decaduta), Aspettare stanca, Rete per la Parità e tante altre associazioni si battono da anni e si impegnano insieme, grazie alla sottoscrizione dell’Accordo per l’azione comune per la democrazia paritaria sottoscritto da 55 associazioni e gruppi di donne.
Si auspica che il problema sia tenuto presente nella Prima Commissione della Camera dei Deputati, perché evidenziato non solo in molte delle proposte di legge all’esame, ma anche negli interventi delle esperte audite.
Per un giro d’orizzonte più generale, pensiamo sia utile un riepilogo delle ultime notizie sul WEB, a partire da lunedì 14, giornata di audizioni di costituzionalisti non ancora al corrente delle motivazioni, disponibili solo dal pomeriggio della stessa giornata.
Una prima amara considerazione, il Parlamento, ormai da tempo, da troppo tempo, lascia alla Corte Costituzionale o alla Cassazione il compito di sopperire alle proprie gravi lacune, purtroppo solo nei limiti in cui questo è possibile.
E una seconda, altrettanto amara, considerazione, derivante dalle recenti vicende della condanna dell’Italia arrivata da Strasburgo a proposito dei cognomi delle figlie e dei figli, sulla quale torneremo presto con appositi commenti. S’immagina di colmare decenni di ritardo con una proposta fatta approvare in poche ore dal Consiglio dei Ministri, dal contenuto lacunoso e non rispettoso della parità tra coniugi alla base della condanna.
Esattamente la stessa fretta che connota l’iniziativa del nuovo segretario del PD sulla riforma elettorale, che si è posto l’obiettivo di un varo in tempi brevi della riforma delle norme elettorali per il Parlamento, attesa da anni.
In caso di mancato largo accordo tra i partiti sulla riforma elettorale a Costituzione invariata e nei tempi programmati, (la I Commissione Senato dovrebbe far arrivare un testo in Aula il 27 gennaio) sembra di capire che Renzi intenda attivarsi per una riforma elettorale del Parlamento emendato del bicameralismo perfetto, con una drastica riduzione del numero dei parlamentari.
Non sfugge a nessuno che un rinvio ai tempi più lunghi indispensabili per le modifiche costituzionali darebbe al Governo e al Parlamento maggiore respiro. Non certo perché la modifica della legge elettorale delegitterebbe il Parlamento eletto con la legge precedente ( il prof. D’Alimonte l’ha definita giustamente “una balla”) . Al contrario, la Comunità europea condanna modifiche elettorali a ridosso delle elezioni, che non consentono di assorbire le nuove norme, e, se non bastasse, anche la Corte Costituzionale ha largamente esposto nella recente sentenza i motivi per cui la modifica che ha deciso non ha alcun effetto sulla legittimazione dei nostri attuali rappresentanti.
Il nuovo porcellum è un proporzionale puro con preferenza unica, senza premio di maggioranza, privo di norme antidiscriminatorie come la doppia preferenza di genere, e non in grado di assicurare la governabilità, intesa non come consociativismo ad ogni costo, ma come maggioranze coese e frutto della libertà di scelta nell’elezione dei rappresentanti in Parlamento
Importante adoperarsi per una prima riforma a Costituzione invariata, tempi più lunghi aumenterebbero il rischio di una chiamata alle urne (non a caso ora invocata dal M5S) con il porcellum come modificato dalla sentenza della Corte, che porterebbe il Paese in una situazione di ingovernabilità che non possiamo permetterci.
Documentazione:
Depositata la sentenza n. 1 del 2014,
ora sono note le motivazioni.
Leggi in
http://www.cortecostituzionale.it/default.do
cliccando su 1/2014
Il commento di Stefano Ceccanti
La sentenza salva tutti e 3 i sistemi proposti da Renzi
La sentenza 1/2014 sulla legge elettorale ha anzitutto un effetto diretto.
Cadono subito:
-sia i premi di maggioranza (nazionale alla Camera, regionali al Senato) che erano congegnati male, senza soglia e illimitati, (la somma di quelli regionali al Senato era anche una lotteria);
-sia le liste bloccate lunghissime che non consentivano la conoscenza tra eletti ed elettori.
La Corte non poteva lasciare un vuoto: quindi se sciogliessero le Camere domattina si voterebbe con la proporzionale pressoché pura e con la preferenza unica sia alla Camera sia al Senato. Sistemi costituzionali, ma disastrosi ai fini della governabilità (proporzionale quasi pura) e con enormi controindicazioni sui costi delle campagne e la coesione interna delle forze politiche (la preferenze in circoscrizioni enormi).
La sentenza ha però anche un effetto indiretto. Escludendo solo quel tipo di premi e quel tipo di liste, si salvano nel dibattito politico già entrato nel vivo tutti e tre i sistemi indicati da Renzi, oltre a molti altri possibili:
-quello simil-spagnolo perché le liste bloccate sono corte e il premio limitato al 15 per cento;
-la Mattarella rivista perché sono ammessi anche i collegi uninominali e perché il nuovo dosaggio tra principio maggioritario e proporzionale (75-10 con un 15 come clausola di salvaguardia maggioritaria) inserisce comunque dei temperamenti;
-il doppio turno di coalizione perché per assegnare il premio prevede una soglia esigente in mancanza della quale si va ad un ballottaggio.
La sentenza consente per inciso di capire anche qualche altra cosa niente affatto irrilevante:
-restano in piedi tutte le leggi elettorali regionali perché si tratta di livelli di rappresentanza non comparabili, dai premi senza soglia in unico turno alle liste bloccate corte della Toscana;
-gli effetti si producono solo per il prossimo Parlamento,quindi l’attuale è pienamente legittimato;
-dalla critica ai premi regionali per il Senato si ricava che, a Costituzione invariata, essendo quello Camera una assemblea che dà la fiducia a un Governo sarebbe ammissibile anche lì, volendo un premio nazionale.
C’è quindi ampia materia per muoversi nella direzione indicata dal presidente Napolitano già nello scorso dicembre, ossia nel solco della scelta maggioritaria del referendum del 1993, con i vincoli non invasivi ora precisati dalla Corte.
E quello di D’Alimonte
http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIEA0D04620140114
Secondo Beppe Grillo,
Porcellum, incostituzionale, ma non troppo
http://www.beppegrillo.it/2014/01/porcellum_incostituzionale_ma_non_troppo.html?s=n2014-01-14
e poi il M5S lancerà un sondaggio online
Intanto presso la I Commissione Camera
( Per la composizione vedi http://www.camera.it/leg17/99?shadow_organo_parlamentare=2075)
si svolgono le audizioni di esperti
WEB TV
lunedì 13 gennaio http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/commissioni/bollettini/pdf/2014/01/13/leg.17.bol0155.data20140113.com01.pdf
(alle ore 17.14 l’autorevole audizione della prof. Maria Elisa D’Amico, componente del Comitato scientifico della Rete per la Parità)
martedì 14 gennaio
Legge elettorale, tutti vogliono il sistema spagnolo. Ma nessuno lo …Il Fatto Quotidiano Dall’altra il sindaco ha deciso di affidarsi al parere ed ai consigli di Roberto D’Alimonte. E quest’ultimo, sul Sole 24 Ore, proprio oggi scrive: “In questa … |
ed ecco una delle più recenti dichiarazioni di Renzi
Renzi: legge elettorale solo con riforma del Senato
martedì 14 gennaio 2014 19:32
ROMA (Reuters) – Il Pd avanzerà una sua proposta di riforma elettorale solo se sarà certo di poterla realizzare, altrimenti è tempo perso, e la riforma dovrà andare di pari passo con la modifica del bicameralismo e del Senato.
Lo ha detto il segretario del Pd Matteo Renzi, rispondendo a una domanda all’indomani della pubblicazione della sentenza della Corte costituzionale che ha giudicato incostituzionale il premio di maggioranza previsto dal Porcellum e l’assenza del voto di preferenza nella stessa legge.
“Il Pd si presenta con una legge elettorale solo in condizioni di portare a casa il risultato, altrimenti è tempo perso”, ha risposto Renzi alla domanda – posta nel corso del dialogo del segretario del Pd su Twitter – se il partito avanzerà una sua proposta.
Lo schema D’Alimonte Il Sole 24 Ore
Così Roberto D’Alimonte, professore alla LUISS ed editorialista del Sole 24 Ore, ai microfoni di Radio24 .
Per saperne di più, un intero dossier:
http://www.camera.it/leg17/465?tema=972&Le+proposte+di+legge+di+riforma+elettorale
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