Arriva il 29 gennaio, via Twitter, da Matteo Renzi, la conferma che l’intesa definitiva (sic) sulla riforma della legge elettorale è in dirittura d’arrivo. Una mattinata di incontri e colloqui telefonici fra i due partiti (Pd e Forza Italia), di fatto i principali contraenti, ha prodotto due principali novità: le sigle minori che entreranno nelle coalizioni parteciperanno alla distribuzione dei seggi se raggiungeranno il 4,5 per cento e non più il 5 per cento dei consensi. Ma, soprattutto, un innalzamento dal 35 al 37 per cento della soglia da raggiungere perché una coalizione ottenga il premio di maggioranza (che porterebbe comunque a non più del 55 per cento dei seggi) senza passare a un ballottaggio.
Restano immutate le altre due soglie: quella dell’8 per cento per cento per le sigle non coalizzate e del 12 per cento per le coalizioni. Si starebbe concordando di introdurre la cosiddetta norma salva-Lega, che prevede una soglia del 7-8 per cento in almeno tre regioni per chi si presenta in non più di 7 regioni.
Rimane aperto il fronte delle preferenze. Nuovo Centrodestra, Popolari Per l’Italia e Scelta Civica insistono con i loro emendamenti che saranno esaminati e votati dalla Commissione Affari Costituzionali nella mattinata di oggi 30 gennaio, insieme con quelli sulle norme di garanzia di genere, sulle primarie e contro il divieto delle pluricandidature, osteggiato dal NCD e non sostenuto da FI.
Si farà di tutto per arrivare nel pomeriggio in Aula. Infatti, anche solo un veloce passaggio, consentirà di contingentare i tempi di discussione a febbraio nell’assemblea e prevedere un rapido trasferimento al Senato.
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