Non si dimentichi quanto da tempo chiesto per la presenza di donne dalla Rete per la Parità e da altre associazioni e gruppi
La Stampa
Napolitano scrive ai presidenti Grasso e Boldrini: “Subito l’elezione dei giudici di Consulta e Csm”
«Adempimenti non ulteriormente differibili». È questa la formula scelta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per sollecitare le Camere a provvedere al più presto all’elezione degli otto membri laici del Csm e dei due giudici costituzionali che mancano all’appello. Un richiamo verso il quale Pietro Grasso e Laura Boldrini manifestano «totale condivisione», perché «rafforza ulteriormente» le loro stesse sollecitazioni.
Tra metà giugno e fine luglio il Parlamento si è riunito più volte in seduta comune per il eleggere i componenti di Consulta e Csm. Risultato: fumata nera. Ora una nuova convocazione è fissata per il 10 settembre e a poco più di una settimana da quella data, il Capo dello Stato interviene per `strigliare´ le Camere con una lettera ai presidenti Grasso e Boldrini, in cui scrive: «Confido che entrambi vi adopererete presso i gruppi parlamentari di ciascuna Camera per conseguire le convergenze tra maggioranza e opposizioni necessarie per il raggiungimento delle maggioranze richieste». Già il 2 aprile Napolitano, nell’indire le elezioni del membri togati del Csm, sollecita anche il voto degli 8 laici. Tre mesi e mezzo dopo, il 15 luglio il Presidente vede il premier Renzi in vista del Consiglio europeo e, come emerge dai resoconti seguiti all’incontro, torna a ricordare le scadenze legate a Consulta e Csm. Passano due settimane e il 31 luglio, il Colle dirama una nota: i nuovi membri non sono stati eletti, il Csm è prorogato.
I fatti dicono che finora le convergenze invocate da sono mancate. E al momento la quadratura del cerchio non sarebbe stata trovata. Nomi ne circolano molti. A cominciare da quelli dell’ex presidente della Camera ed esponente di spicco del Pd Luciano Violante e dell’avvocato e senatore di Forza Italia Donato Bruno, per la Corte Costituzionale. Per la vice presidenza del Csm si fanno i nomi dell’ex senatore Pd Massimo Brutti, del giurista Giovanni Fiandaca, dell’ex ministro della Giustizia Paola Severino. Ma i giochi sono ancora aperti. Su queste `caselle´ si gioca, in parte, quel processo di “pacificazione” sulla giustizia che vorrebbe mettere la parola fine ad anni di scontri, ma che deve anche incrociarsi con quel percorso di rinnovamento su cui il governo Renzi dice di puntare. E chi sta seguendo più da vicino la vicenda non esclude che tutto possa cambiare in corsa anche all’ultimo momento e si impongano figure diverse, forse meno note. Ma, nomi a parte, Napolitano invita a non frapporre altro tempo.
«E indispensabile che le forze politiche rappresentate in Parlamento, benché pressate da numerosi impegni, dedichino nel corso di questa settimana l’attenzione necessaria per compiere le loro scelte e garantire l’esito positivo delle prossime votazioni», è il suo richiamo. Sia la Consulta che il Csm hanno di fronte a sé «importanti scadenze». Basti pensare al gran numero di nomine per i dirigenti degli uffici giudiziari a cui il Csm deve provvedere e su cui è in ritardo. Inoltre, per effetto del decreto sulla Pa, che ha anticipato a 70 anni (da 75) la pensione dei magistrati, si determineranno altri vuoti. E anche la riforma del Csm, da varare all’interno di quella della giustizia, attende il nuovo consiglio per poter partire.
Rispondi