A proposito della scheda con la quale voteremmo il nuovo Senato

Sventolare la scheda in tv è stato un atto avventato, ma molte persone non lo sanno. Se il referendum confermerà la riforma, la scheda mostrata in TV dal Presidente del Consiglio e Segretario nazionale del Partito democratico potrà (eventualmente), essere utilizzata solo dopo il 2020 e a queste condizioni:

  1. Si dovrebbe riuscire a inserire l’uso della scheda in una legge elettorale per il Senato, che passi preventivamente al vaglio della Corte costituzionale, sempre che il Parlamento riesca a scriverne una che rispetti le numerose e in parte incoerenti nuove e vecchie disposizioni costituzionali.
  2. L’elezione dei nuovi senatori da parte dei Consigli regionali e della Provincia autonoma di Trento sia indetta in concomitanza con il rinnovo dei Consigli, in modo che, i cittadini, oltre a votare presidenti di regione e consiglieri, esprimano le proprie scelte anche su quali consiglieri debbano essere eletti senatori dai Consigli.
  1. I singoli consiglieri votino effettivamente, nel segreto dell’urna i nuovi senatori “in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi”. [1]

In realtà, premesso che la scadenza naturale dell’attuale Parlamentoe è a febbraio 2018, salvo non si voglia (e si possa) imporre per quella data  lo scioglimento anticipato di tutti i Consigli regionali, compresi i 14 che dovrebbero durare fino al 2019/2020,  bisogna tenere presente che  l’unica regione a scadenza naturale nell’autunno 2017 è la Sicilia (tra l’altro a statuto speciale e quindi impantanata  nel noto  rebus, ancora non sciolto sulla partecipazione all’elezione del nuovo Senato da parte delle regioni a statuto speciale )  e altre 5 scadranno  a Primavera/ autunno 2018. [2]

Avremmo elettori ed elettrici che, parteciperanno al voto del nuovo Senato e altri no? Che fine farebbe il voto personale ed eguale, libero e segreto dell’articolo 48 della Costituzione?[3]

Conclusione: la norma transitoria dell’articolo 39 del DDL sottoposto al referendum, pur criticabile nel merito, offre l’unica soluzione  per procedere all’elezione del primo Senato (vedi su questo BLOG i post precedenti).

Rassegniamoci: sarà un’elezione da parte dei Consigli,  non collegata al loro rinnovo e quindi senza partecipazione dei cittadini. Esattamente come per i Consigli delle Città metropolitane.

Non è il problema più drammatico di questa riforma, ma è drammatico che si costruiscano spot elettorali di questo tipo .

 

[1] NB Per pietà verso chi legge tralasciamo le questioni relative all’elezione a senatori dei sindaci

E non vale obiettare che i sindaci hanno ottenuto il voto popolare, perché di tratta di scegliere tra loro, con un voto non “popolare” quali saranno senatori e quali no.

 

[2] Le prossime elezioni Regionali.

Sicilia – Autunno 2017
Lombardia, Lazio, Molise – Febbraio 2018
Val d’Aosta Friuli V-G – Primavera 2018
Trentino, Alto Adige, Basilicata – Autunno 2018
Sardegna – Febbraio 2019
Piemonte, Abruzzo – Primavera 2019
Emilia R., Calabria – Autunno 2019
Liguria,Veneto, Marche, Umbria, Campania, Puglia – Primavera 2020

 

[3] Art. 48. “Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.»

 

 

 

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