C’è una una comitiva che viaggia sul pullman. Ogni tanto il capo comitiva passa e raccoglie i soldi per mettere benzina. A un certo punto, si propone un altro capo, che proclama il cambiamento: “Cari amici, con me mai più soldi per la benzina!” E’ subito un tripudio di applausi e grida di gioia “Era ora!” “Finalmente terremo i soldi tutti per noi!” L’autista – a bassa voce – tenta di dire al nuovo capo che il serbatoio è in rosso fisso, ma quello lo zittisce, dandogli del disfattista.
Proprio mentre tutti stavano cantando “Quel mazzolin di fiori” per festeggiare la fine delle collette, il pullman si ferma. I passeggeri si ammutoliscono preoccupati e guardano il capo. Il quale prontamente ordina all’autista di ripartire, invocando il diritto dei passeggeri di viaggiare. L’autista vorrebbe spiegare che il problema è il serbatoio vuoto, ma il capo imprecando chiama un taxi e riparte insieme ai più facoltosi. Tutti gli altri protestano, finché non decidono di chiedere un parere all’unico “tecnico” del gruppo: l’autista. Il quale calma gli animi, dicendo che a pochi chilometri c’è un distributore, ma chiarisce che tutti dovranno fare il sacrificio di spingere il bus per raggiungerlo. La morale è questa: quando si appiattiscono troppo le tasse, lo Stato si ferma e non dà più servizi pubblici. I ricchi se li comprano, i poveri rimangono senza.
Me la racconti ancora?
Sì, al prossimo governo.
Massimo Marnetto
PS
Articolo 53 della Costituzione
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
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